Continuiamo la nostra storia sulle visite dei papi a Loreto con la figura di Giulio II . Il pontefice visitò il santuario una volta da cardinale e due volte da papa. Il suo nome era Giuliano della Rovere e nacque ad Albissola nel 1445 , era nipote di papa Sisto IV. Il primo novembre 1503 fu eletto papa con il nome di Giulio II. Durante il suo pontificato promosse diverse imprese militari fra cui la cacciata dei francesi al grido “ fuori i barbari “ che si realizzò nella vittoriosa battaglia di Ravenna del 1512 . Fu un grande mecenate e questo lo portò a proteggere grandi artisti fra cui Michelangelo , Raffaello , Bramante . Fu lui a promuovere la costruzione della nuova basilica di S. Pietro e le straordinarie decorazioni delle stanze vaticane e della volta della cappella sistina. Fu anche un grande protettore dei letterati e per tutto questo è giudicato uno dei più insigni mecenati del Rinascimento. Indisse anche il Concilio Lateranense V del 1512 riaffermando il primato della Chiesa cattolica. Morì il 21 febbraio del 1513. La sua prima visita a Loreto fu nel 1487 da cardinale come inviato pontificio per questioni politiche. Nel 1510 , il 7 settembre , arrivò a Loreto da pontefice , di passaggio in occasione di un impresa militare che si concluse poi con il vittorioso assedio della fortezza della Mirandola. Non entrò subito in santuario ma lo fece il giorno dopo ,l’8 settembre, solennità della Natività di Maria impartendo la benedizione ad una immensa folla di pellegrini. Dopo aver celebrato la santa messa donò al santuario una preziosa croce d’argento dorata con la scritta “ Giulio II, pontefice massimo , offrì in dono alla Madre di Dio , la Vergine lauretana , nell’anno 1510. Con questo segno vincerai”. Quest’ultima frase è il motto che l’imperatore Costantino lesse nell’apparizione di una croce alla vigilia del suo vittorioso scontro con Massenzio a ponte Milvio nel 312 . Ritornò a Loreto l’11 giugno del 1511 donando un proiettile di bombarda che colpì il padiglione in cui si trovava durante un operazione militare uscendone indenne : ordinò che fosse appeso su una parete della santa casa dove tutt’ora si scorge sul lato sud. Papa Giulio II fu molto importante per la storia di Loreto: il 21 ottobre del 1507 , nella famosa bolla “ in sublimia “ troviamo il primo documento pontificio che esplicitamente identifica la santa casa di Loreto con la dimora terrena di Maria : “ nella chiesa di Loreto si venera non solo l’immagine della beata Vergine , ma anche , come pienamente si crede ed è fama , la camera , ossia il talamo dove la stessa beatissima Vergine è stata concepita , è stata data alla luce, dove , salutata dall’angelo, concepì il Salvatore del mondo, dove allattò castissimamente lo stesso suo figlio…… dove mentre riposava pregando fu assunta da questo secolo malvagio alle altezze celesti. Tale casa i santi apostoli consacrarono a onore di Dio e della beata Vergine e ivi fu celebrata la prima messa “. Con la suddetta bolla papa Giulio II assoggettò il santuario di Loreto alla santa sede romana sotto l’egidia diretta dei pontefici , cambiando la storia di Loreto che da quel momento ne trasse grandi benefici spirituali, amministrativi e artistici. Infatti il 25 novembre del 1507 giunse notizia che il pontefice avrebbe inviato a Loreto il Bramante “ per disegnare molte opere..…. per risarcire le parti bisognose “ ,dato che il pontefice era deciso a realizzarvi “ cose magne “ perché “ le cose di Santa Maria di Loreto gli stavano molto a cuore “. Quindi possiamo affermare che fu grazie all’intuizione di questo pontefice e alle cose che avviò che oggi il santuario è lo scrigno d’ arte che possiamo ammirare. Fonti tratte dal libro di Padre Giuseppe Santarelli “Personaggi d’autorità a Loreto “ edizioni Santa Casa